Il rilancio di LatteMiele e non solo: LaMiaRadio intervista Alfredo Bernardini De Pace

  • Marzo 12, 2021
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Oggi su LaMiaRadio vi proponiamo l’intervista esclusiva che abbiamo realizzato al dott. Alfredo Bernardini De Pace, presidente di PRS Mediagroup, un colosso tra le concessionarie pubblicitarie, attivo dal 1969. Il noto imprenditore è a capo anche di Cnr Media, il gruppo che gestisce Cnr News e Cnr Radio Fm. Molto attivo nel mondo radio, Bernardini De Pace ha dalla sua il rilancio di  LatteMiele che vive una seconda giovinezza. In questa chiacchierata parliamo del mezzo radio sia dal punto di vista pubblicitario che contenutistico, con un punto di vista su Ter, radiovisione e molto altro…

Dott. Bernardini de Pace, cosa ne pensa dello stato di salute del mezzo radio dopo quest’anno di pandemia?

Da un punto di vista sociale, la radio è un mezzo in ottima salute. Le dinamiche che hanno influito sulle nostre vite negli ultimi dodici mesi, anche e soprattutto nei periodi di lockdown, hanno modificato la fruizione e gli strumenti di ascolto, portando la radio sempre di più dentro le nostre case e non solo nei tragitti in automobile. Al di là dei risultati, l’ascolto ha sicuramente premiato fasce giovani, incrementando il rapporto di fiducia con il mezzo. Non vi sono motivi strutturali per ravvedere nel medio-lungo termine una crisi della radiofonia, anzi al momento si avvertono segni di ripresa che potranno ben essere sfruttati dagli investitori. Da un punto di vista commerciale, invece, la situazione è diametralmente opposta; la perdita di fatturato deriva da una serie di ragioni:

la contrazione dei budget pubblicitari;
la diminuzione degli investitori;
la crescita degli ascolti televisivi accompagnata dalla riduzione dei listini, con assorbimento da parte della tv dei budget originariamente destinati ad altri mezzi;
l’erroneo assunto secondo il quale “con la gente chiusa in casa, nessuno ascolta la radio” per cui sarebbe inutile fare comunicazione;
l’utilizzo, affermatosi negli anni, della radio come mezzo di “drive to store” per la comunicazione di promozione e “porte aperte” delle concessionarie, invece di un utilizzo più ampio anche per le campagne di brand.

La raccolta pubblicitaria sembra essere sensibilmente calata nel 2020, quale può essere la ricetta per la ripresa?

In estrema sintesi:

1. Un graduale ritorno ad una vita normale.

2. Maggiori incentivi fiscali.

3. Iniziative da parte degli editori a sostegno del mezzo da un punto di vista commerciale nel suo complesso e non solo limitatamente alla comunicazione delle promozioni.

4. Un fattivo supporto dei centri media nell’illustrare ai clienti il potenziale del mezzo radiofonico.

Lattemiele vive una seconda giovinezza. Qual è stato il segreto del rilancio e può anticiparci qualche novità futura?

Il segreto del rilancio della nostra Lattemiele è in primo luogo il grande lavoro che è stato fatto sulla MUSICA, spina dorsale della radio: negli ultimi due anni abbiamo lavorato ad un’accurata selezione di brani che, pur mantenendo la tradizione della grande musica italiana, strizza l’occhio alla contemporaneità e dà spazio ai nuovi talenti. In secondo luogo, la volontà di creare un palinsesto fluido ed omogeneo che tenga compagnia con leggerezza ed ironia, non dimenticando l’informazione. Per quanto riguarda i progetti futuri, intendiamo continuare a lavorare su questi aspetti, augurandoci di poter tornare nelle piazze italiane con il supporto dei nostri affiliati.

Cosa ne pensa della rilevazione TER, condivide la modalità di raccolta dati o ha dei dubbi come sollevati ad esempio dal direttore di Radio Rai Sergio?

Abbiamo qualche riserva sull’indagine TER, soprattutto in un mondo che è in forte accelerazione con tecnologie nuove e con tanti modi differenti per fruire del mezzo. I dati delle indagini vengono purtroppo distribuiti dopo un gran lasso di tempo dalla effettiva rilevazione, modificando così la fotografia del presente. Sicuramente il METER, sistema che rileva in ogni istante ciò che si ascolta ed ovunque ci si trovi, potrebbe rivelarsi ad oggi la metodologia più adeguata per ottenere dati freschi e puntuali, tuttavia per alcune realtà minori i costi da sostenere per adeguarvisi potrebbero non essere sostenibili: l’indagine TER prevede oltre 200 emittenti locali e riuscire con il sistema Meter a coprire tutto il territorio per rilevare nel modo corretto l’emittenza locale non sembra purtroppo un problema di facile soluzione.

Tra radiotelevisione, visual radio e tutte le nuove fruizioni del mezzo, c’è sempre più interazione con la tv e non solo. In tal senso come vede il futuro?

Siamo in una fase sperimentale ed è quindi prematuro tracciare bilanci ed ipotizzare un reale valore aggiunto in chiave prospettica, anche se è plausibile una maggiore integrazione tra le diverse modalità di utilizzo della radio (i video aiutano la diffusione e il download dei brani ed i vari device o gli smartphone di ultima generazione facilitano la fruizione del mezzo). Penso però che la visual radio seguirà il futuro digitale incrementando il rapporto di fidelizzazione, perché i nostri beniamini audio sono finalmente anche visibili!

Un suo commento sul decennale successo di Radio Sportiva e in PRS Mediagroup si sta pensando a qualche ulteriore novità?

Le radio a tematica verticale hanno sicuramente riscosso il benestare del pubblico negli ultimi anni: la nostra concessionaria ha lavorato di concerto con l’Editore per accrescere il nome, il prestigio ed il valore commerciale di Radio Sportiva, la quale incontra l’interesse del pubblico con commenti autorevoli e puntuali, che hanno ben assorbito la mancanza di eventi sportivi. PRS è sempre alla ricerca di opportunità sinergiche volte alla crescita ed alla valorizzazione dei propri mezzi in concessione. Se nel medio termine torneremo ad una situazione di normalità, avremo allora la possibilità di integrare anche l’area Eventi il cui potenziale, per ora, Radio Sportiva non ha avuto l’occasione di sfruttare.

Antonio Tortolano

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