
Oggi su Lamiaradio.it diamo spazio a Riplive.it, una web radio nata nel 2009 in una cittadina dell’alto
milanese, a Canegrate, sull’onda emotiva del film “I cento passi” e di Radio Aut, la radio creata da
Peppino Impastato per gridare la sua denuncia contro la mafia.
La mission della radio è quella di promuovere il media radiofonico per la diffusione di cultura e formazione alla comunicazione radiofonica e alla sua inevitabile ibridazione sul web. Riplive.it si si occupa anche di organizzare eventi sul territorio: recentemente è stata media partner per la settimana canegratese di Cinemadamare, il più grande raduno itinerante di giovani filmmaker al mondo, che per una settimana hanno animato tutti gli angoli di Canegrate per girare i loro cortometraggi. Per capire meglio di cosa sia Riplive.it abbiamo incontrato il suo fondatore, Mattia Fratus, digital creator e speaker dell’emittente.
Mattia, ci racconti come è nata l’idea di Riplive.it e perché avete scelto questo nome per la vostra creatura?
Ciao a tutti, l’idea di Riplive.it è nata dopo una grigliata e qualche birra, spesso quando lo diciamo la gente sorride pensando ad una battuta, ma in realtà rappresenta bene il concetto dietro la nostra associazione. Ovviamente non mi riferisco all’alcol ma all’aggregazione, allo spirito positivo che emerge facendo le cose assieme unendo le idee e gli sforzi di tutti.
La grigliata anticipava una serata cinema, il film era i Cento Passi, il film fu galeotto … anche noi volevamo la nostra radio Aut, manifestazione della comunicazione, metodo eterno di condividere idee e pensieri. Le radio libere in Italia non c’erano più e un solo paese non ci bastava … internet ed il web ci offrivano il luogo e il modo, un passo avanti rispetto alle radio libere, il livello successivo, the next step, come dice il nostro claim. Per il nome è divertente pensare che all’inizio non era proprio Riplive.it. Cercavamo, in linea con molte radio FM un nome che potesse essere bello anche come acronimo e nel brainstorming iniziale erano saltati fuori diversi spunti, tutti portavano ad una sorta di elevazione del pensiero, di distaccamento dal pensiero comune, e con quasi tutti ventenni (tranne me già oltre i trenta) era facile associarlo all’approccio sciamanico … radio peyote, radio cactus, radio allucinazione, radio allucinazione, radio illusione, radio illusioni parallele, che è piaciuto un po’ a tutti … l’acronimo era RIP … ma i domini online erano tutti già presi. Quindi Radio Illusioni Parallele si è presentata al mondo col dominio Riplive.it (perché facevamo tutto live e perché RIP viaggiava parallelamente a LIVE, morte e vita) e col passare del tempo Radio Illusioni Parallele che da dire e scrivere era lunga ha ceduto il passo al meno romantico ma più 2.0 Riplive.it.
Qual è la filosofia alla base della radio?
Anche qui la risposta è abbastanza semplice ed è riportata in calce ad ogni nostra mail. Come spesso accade se usi parole non tue sembri più intelligente e noi ci siamo ispirati a Thomas Alva Edison: “Perdio, qui non ci sono regole. Stiamo solo cercando di combinare qualcosa.” questo è un po’ il nostro approccio.
Perché avete scelto di rimanere radicati nel territorio dell’alto milanese?
L’associazione è nata in questa zona e come molte altre associazioni non ha le chiavi del deposito di Zio Paperone, quindi la nostra sfera di influenza e di lavoro è abbastanza limitata. Con le nostre risorse qui nel nostro territorio riusciamo a fare bene ed essere soddisfatti ed orgogliosi dei risultati (che è la cosa più importante credo), anche se in realtà non esiste questo vincolo, alcuni dei nostri soci più attivi sono del Piemonte, Veneto e Liguria e abbiamo contatti regolari con speaker che sono partiti da qui ma adesso sono in Portogallo, Stati Uniti ed in Inghilterra. Il territorio dell’alto milanese è l’epicentro, poi l’illusione si propaga.
Prima di questa esperienza avevi già lavorato per altre emittenti?
Personalmente no, ma Luca, uno dei quattro fondatori aveva fatto dei corsi in Liguria sul media e
collaborava già allora professionalmente come tecnico con Radio Radicale. Quasi tutti gli speaker di
Riplive.it sono alla prima esperienza.
Nella tua professione di speaker hai dei modelli di riferimento? Se sì, chi sono e per quale ragioni ti ispiri a loro?
Mi piace molto il taglio moderno del fare radio, con speaker sempre meno impostati che usano toni e
approcci vocali da casa, da gruppo di amici. Ed è la direzione verso cui spingiamo quando qualcuno inizia da noi. Spontaneità (da non confondersi con improvvisazione).
Dal tuo punto di vista, cosa rende speciali le web radio rispetto alle emittenti radiofoniche tradizionali?
Credo l’accessibilità. Aprire una propria Webradio non rappresenta un sacrificio economico che possa essere un limite per nessuno, si può fondamentalmente partire (come abbiamo fatto noi) con un pc e un microfono da videochiamate skype. Quindi accessibile in termini di costo.
Il primo giorno di messa in onda sei già disponibile in tutto il mondo, noi personalmente abbiamo
ascoltatori da un sacco di paesi, sono probabilmente tutti italiani all’estero, ma ci dimostra che l’unico
limite di accessibilità che abbiamo è la lingua. Il mondo è dal primo giorno nelle mani di una webradio.
Per le problematiche invece aspetto la prossima intervista ;).
Quanto è importante la dimensione live nella vostro racconto della musica?
In realtà non molto, a discapito del “live” riportato anche nel nostro nome, ormai gran parte dei nostri
programmi è registrato preventivamente (per le disponibilità orarie dei volontari) e fruito al 90% in podcast on-demand.
Oltre all’ambito radiofonico Riplive.it è attiva nell’ambito dell’organizzazione e promozione di eventi culturali sul territorio. Ci puoi tracciare un bilancio della recente esperienza nell’organizzazione della tappa canegratese di Cinemadamare? Qual è stato il ruolo di Riplive.it?
Su Canegrate (che è il comune che ospita la nostra associazione) ci muoviamo anche nella dimensione
dell’organizzazione di eventi, cosa che facciamo di rado (praticamente mai) in altri comuni.
Cinemadamare, come il Concertone del 1° Maggio, sono stati due esempi di quale sia lo spirito di Riplive.it nel partecipare ai tavoli di gestione, aggregarsi per prendere ogni decisione in maniera condivisa, concedendo maggior spazio a chi di quel settore è più competente.
Il nostro settore è la comunicazione digitale e ci piace pensare di aver fatto un buon lavoro in queste ultime manifestazioni di partecipazione sul territorio. Inutile rimarcare però che le cose vengono bene solo se si crea lo spirito giusto e in questi casi … c’è stato.
Parlando sempre di cinema, come avete scelto di raccontarlo nella vostra radio? Perchè secondo te si può raccontare efficacemente il cinema utilizzando il mezzo radiofonico?
Abbiamo un programma attivo da 7 anni (Back to the movies) che parla settimanalmente dei film più
recenti usciti in sala. L’approccio dipende dal tipo di pubblico che vai cercando, puoi puntare ai grandi numeri con programmazioni super dinamiche e con più divertimento che approfondimento, oppure lavorare su nicchie specifiche che apprezzino magari un programma di un’ora sulla critica cinematografica e che approfondisca tutti i vari punti. Il secondo sistema secondo noi crea più gruppo e quindi è stato il nostro approccio.
Per salutarci, ci sveli la tua playlist legata alla storia di Riplive?
Queste sono sempre le domande più difficili perché è praticamente impossibile fare la playlist giusta, e quando finiremo questa intervista mi ricorderò di una canzone fondamentale che non abbiamo messo, però proviamoci con la canonica TOP5.
– La nostra prima sigla
Rock in peace (R.i.p) | AC DC
– Il nostro primo ospite telefonico
Zeta Reticoli | Meganoidi
– Il nostro primo programma con liveset in studio: il Trampolino
Mio fratellino ha scoperto il Rock’n’roll | Tre allegri ragazzi morti
– la canzone di Natale (sì la facciamo anche noi)
Can’t stop the streaming | Riplive.it (eh beh … sì anche Justin Timberlake)
– Siamo nati sulla scia emotiva del film i Cento Passi e ci chiudiamo la playlist
Il monologo finale del film i Cento Passi
https://www.youtube.com/watch?v=HPfoiXfpgi4
Marta Balzani