
A dicembre vi abbiamo proposto l’intervista esclusiva a Lorenzo Suraci, Presidente di Rtl. Visto l’imminente lancio di RadioPlayer avevamo rivolto alcune domande al massimo dirigente della radio più ascoltata d’Italia, approfittando anche per parlare di Ter e radiovisione. Abbiamo chiesto a Suraci una battuta sulle parole di Roberto Sergio, direttore di Radio Rai, che recentemente aveva espresso qualche malumore sul metodo di rilevazione dei dati d’ascolto radiofonici. In questi giorni abbiamo ricevuto la risposta di Sergio, che pubblichiamo ringraziando il dirigente Rai per la disponibilità.
“Amici di LaMiaRadio, ho avuto modo di leggere la bella intervista a Lorenzo Suraci, che più volte mi cita nel corso del suo intervento. Innanzitutto, ci tengo a sottolineare che la simpatia e soprattutto la stima è ampiamente ricambiata. Credo che Lorenzo Suraci sia un manager di altissimo livello, sicuramente uno dei migliori nel nostro campo. Come ricorda Suraci nel suo intervento, stiamo tutti lavorando al lancio della nuova app Radio Player che credo sarà una piccola grande rivoluzione che semplificherà l’accesso alle radio digitali. Il progetto rappresenta tra l’altro una dimostrazione di grande coesione fra tutti gli editori, rappresentati da Ter.
Purtroppo, la stessa coesione non c’è quando sia apre il tavolo della rilevazione degli ascolti, settore in cui Rai porta avanti da tempo una battaglia per innovare un sistema antiquato e non adeguato alla realtà. Rai ha proposto correttivi e azioni concrete da mettere in atto. Ma gli altri soci di Ter hanno votato per il proseguimento dell’indagine così come è oggi (basata su interviste telefoniche e sul ricordo degli intervistati). Tutto ciò è inaccettabile. Siamo in Ter e lo saremo solo fino a quando ci sarà ancora margine per migliorare la ricerca. Spero quindi che in futuro i correttivi proposti vengano presi in considerazione, altrimenti dovremo prendere le relative contromisure, per tutelare Rai e per tutelare l’intero settore delle radio in Italia.
Relativamente alla visualradio, Suraci ne ha giustamente rivendicato la paternità. Credo che però oggi la vera sfida non sia portare la radio in tv, come ha fatto la radiovisione di Rtl, ma portare contenuti nativi radio in area digital, quindi su smartphone e pc, per intercettare nuovi target giovani. Dato che il digital ha una fortissima componente visiva, andare nella direzione della visual radio è quasi una scelta obbligata. Rai ci crede fino in fondo, al punto che l’operazione Viva Rai Play con Fiorello è stata realizzata nella sede della radio di via Asiago. Una piccola rivoluzione per la radio firmata Rai, che è oggi probabilmente una delle realtà più all’avanguardia nel panorama della comunicazione audiovisiva”.